UCCELLI - Parco Culturale di Camaiano

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Uccelli
Negli spazi aperti trovano cittadinanza uccelli che senza dubbio hanno saputo sfruttare l'agricoltura per ricavare importanti fonti trofiche dal lavoro della terra da parte dell'uomo. Alcune di queste sono specie che, negli ultimi anni, hanno deciso di diventare stanziali nei nostri territori, probabilmente a causa dei cambiamenti climatici. Quindi alla Cornacchia grigia (Corvus cornix), alla Gazza (Pica pica), al Fagiano (Phasianus colchius), specie di origine orientale introdotta a scopo venatorio e naturalizzatasi in breve tempo, vanno ad affiancarsi lo storno (Sturnus vulgaris), anch’esso originario dell’Asia e prepotentemente insediatosi in Occidente facilitato dalle attività antropiche, e l’Airone guardabuoi (Bubulcus ibis), solo di recente emancipatosi dall’Africa tropicale. Mentre lo Storno viene visto mal volentieri, data la sua incidenza negativa sulle coltivazioni, il Guardabuoi pare essere “amico” dell’uomo e degli animali, poiché cibandosi di insetti, riuscirebbe a tenere sotto controllo le popolazioni di parassiti ed altri invertebrati circostanti il bestiame. Altri migratori africani che ci raggiungono a Marzo e a Maggio sono rispettivamente l’Upupa (Upupa epos) ed il Gruccione (Merops apiaster), col suo piumaggio che pare essere stato dipinto “intingendo il pennello nell’arcobaleno”.
Sempre a partire da Marzo è possibile vedere nei nostri cieli tre specie rappresentanti per eccellenza dell’inizio della bella stagione: rondini (Hirundo rustica), balestrucci (Delichon urbicum) e rondoni (Apus apus). I primi due appartengono all’ordine dei Passeriformi, mentre il terzo a quello degli Apodiformi. Non passeranno sicuramente inosservate le caratteristiche morfologiche simili tra questi tre uccelli, che ci porterebbero a considerarli parenti tra loro. Lo sono rondini e balestrucci, ma non i rondoni con gli altri due. Siamo quindi davanti ad un caso di convergenza evolutiva in cui la selezione naturale ha operato la forgiatura di forme ideali per poter consentire a questi uccelli di abitare la loro nicchia ecologica. La loro conformazione anatomica li rende infatti adatti a predare in volo gli insetti di cui si cibano, individuati da grandi occhi e ghermiti grazie ad una grande apertura buccale ed ali per rapide e precise virate.
Dalle aree boschive si muove, in piccoli e ben organizzati gruppi, la Cincia allegra (Parus major), specie ornitica nel cui canto possiamo riconoscere un lessico piuttosto elaborato, la Cinciarella (Cyanistes caeruleus), l'Occhiocotto (Sylvia melanocephala), il Codibugnolo (Aegithalos caudatus), lo Scricciolo (Troglodytes troglodytes), il Pettirosso (Erithacus rubecula) nei mesi invernali, la Ghiandaia (Garrulus glandarius), e certamente il Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) ed il Picchio verde (Picus viridis)  con la sua caratteristica risata. Nei mesi estivi ci raggiungono due specie africane dal canto inconfondibile: il Cuculo (Cuculus canorus) ed il Rigogolo (Oriolus oriolus). Il primo adotta una strategia parassita andando a deporre il suo uovo nel nido di altri uccelli appartenenti a specie molto più piccole in dimensioni, per esempio il Codirosso (Phoenicurus phoenicurus), la Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) e la Sterpazzola (Sylvia communis). Il giovane Cuculo, nascendo per primo, è in breve tempo in grado di spingere fuori dal nido le uova della specie parassitata, divenendo l’unico pulcino che i malcapitati genitori adottivi dovranno sfamare, incentivati in questo stimolo dalle sue grandi dimensioni.
Matteo Rainieri

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