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Uccelli migratori
Possiamo intendere la migrazione come un movimento orientato nello spazio compiuto dagli organismi animali per raggiungere e sostare il più a lungo possibile nel luogo che presenta condizioni a loro più favorevoli. In questo movimento, per quanto concerne gli Uccelli, identifichiamo due momenti: un passo autunnale contronuziale verso le aree di svernamento, ed un ripasso primaverile verso quelle aree che si faranno invece teatro del periodo riproduttivo.
Entrambi i movimenti sono scanditi da fattori esogeni (es: durata del dì e della notte), da fattori endogeni (maturazione delle gonadi, accumulo di grasso sottocutaneo, muta delle penne), ed orientati da “programmi innati di migrazione” che prevedono la conoscenza innata della direzione da intraprendere già dal primo volo, parallelamente al saper interpretare la posizione delle stelle (bussola stellare) e/o rispondere alla percezione del campo magnetico terrestre (bussola magnetica) o ancora orientare la navigazione tenendo conto della posizione del sole (bussola solare). Per alcuni, sulla base di esperienze sensoriali pregresse che si radicano nella memoria individuale, parallelamente al riconoscimento visivo delle caratteristiche di un paesaggio eventualmente già visitato, in ausilio alle risorse prima elencate, si aggiunge anche il ricorrere ad una mappa olfattiva.
Un notevole progresso nelle conoscenze sulla migrazione degli Uccelli si è avuto nel secondo dopoguerra, quando la pratica dell’inanellamento a scopo scientifico ha consentito di ricostruire le rotte migratorie di molte specie.
Tornando al passo autunnale ed al ripasso primaverile, si può certamente ammettere che il secondo segua una direttrice più decisa e che più nettamente si porta ad impegnare la traversata del Mediterraneo, proprio per “l’inquietudine migratoria” che spinge le specie a raggiungere il più celermente possibile le aree di nidificazione (in genere i maschi precedono le femmine), tanto che, per esempio, piccoli passeriformi possono lasciare le coste nordafricane e nell’arco di una sola notte raggiungere le nostre campagne.
Il movimento verso le aree di svernamento (passo autunnale) pare invece preferire da parte dei migratori transahariani rotte che evitino di sorvolare estese aree di mare aperto, spostandosi lungo gli assi Nord-Sud Ovest e Nord-Sud Est, anche in virtù della presenza dei giovani nati nell’anno che prediligono transitare nelle aree più periferiche del Mediterraneo.
Molte specie mostrano un differente comportamento rispetto alla migrazione, divenendo migratrici o stanziali a seconda della regione. Il Pettirosso, per esempio, è una specie stanziale che però risente di un sensibile aumento della popolazione locale durante il periodo invernale, a causa dello spostamento degli individui che dal Nord vengono da noi a svernare. Oppure la Rondine, che non migra agli estremi della Sicilia.
Qui di seguito la descrizione di alcuni degli uccelli migratori contattabili nel Parco Culturale di Camaiano (cliccare sulle immagini per aprire le relative schede).
Matteo Rainieri