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Fattorie e antichi poderi
nel Parco Culturale di Camaiano.
La prima fattoria di cui si ha notizia nella tenuta di Camaiano è la Fattoria di Castelnuovo della Pia Casa della Misericordia di Pisa, risalente agli inizi del secolo XVI. La sede era posta all’interno del “Palazzo” che l’Ente pisano aveva fatto ampliare e rimodernare sul fianco est del castello di Castelnuovo. In quegli anni la tenuta si estendeva per circa 4300 ettari su un territorio comprendente tre tenimenti:
- Il tenimento di Castelnuovo era il più grande (circa 2400 ettari). Esso comprendeva il centro aziendale entro cui avveniva la raccolta dei prodotti, la riscossione dei censi e dove si trovava l’abitazione dei Governatori della Pia Casa durante le loro visite alla tenuta (nel suddetto “Palazzo”). È in questo tenimento che si sviluppa la prima rete di poderi e si costruisce un nuovo mulino (v. Mulino di Borgofiorito) sull’acqua della Sanguigna in sostituzione di quello ormai diruto della Pieve di Camaiano.
- Il tenimento di Gabbro comprendeva un villaggio e i resti di due castelli medievali (Contrino e Toricchi). I coltivi, poco estesi, erano concentrati entro i confini della comunità, tutto il resto era occupato da boschi e pasture.
- Il tenimento di Castelvecchio, comprendente un vecchio castello disfatto (Castelvecchio), era anch’esso coperto in prevalenza da macchie e pascoli.
Fra gli edifici più antichi menzionati nei registri fiscali del XVI secolo, dati a livello dalla Pia Casa della Misericordia, compaiono:
Podere di Pane e Vino: con casa da lavoratore e sue appartenenze, stalla, magazzini, forno, con terre lavorative e vignate in piano e in costa.
San Martino: una casa da oste e da lavoratore, con stalla e colombaia, capanna e sue appartenenze, con terre lavorative e vignate.
La Villa (o Borgo Fiorito): una casa per abitazione con terre lavorative e vignate.
Paltratico: due case con orto, terre sode, lavorative, vignate e ulivi.
Nel secolo XVII, con l’ampliarsi delle coltivazioni a scapito dei disboscamenti e dei dissodamenti, cresce il numero dei poderi:
Scaforno, Cappellese, Riascio, Collina.
Nel Plantario allegato all’Estimo di Castelnuovo della M.dia (1795), oltre ai suddetti edifici, sono rappresentati: la casa del podere di S. Pierino, la casa del podere del Germano, Podere Le Porcarecce , Podere Motorno, Podere del Gozzone, Podere Nuovo, più altre case da lavoratore destinate a divenire case su podere.
Podere S. Elena: Il fabbricato non compare né nel Plantario del 1795 e neppure nel Catasto Toscano, quindi l’epoca della sua costruzione può esser fatta risalire o alla seconda metà dell’Ottocento o ai primi decenni del secolo scorso.
Sul finire del secolo XVIII, con l’attuazione delle riforme leopoldine (imposizione forzata mediante vendita o contratto di livello dei latifondi appartenuti a Enti laici, ecclesiastici e comunitativi), si registra la nascita di numerose imprese agricole dalle quali prende corpo, nell’Ottocento, la grande diffusione della mezzadria appoderata, con poderi (dotati di casa colonica) organizzati in fattoria.
Fra le fattorie Otto/Novecentesche che sono sorte nell’antica tenuta di Camaiano ricordiamo: la fattoria di Campolecciano dell’Avv. Gaetano Lami (metà Ottocento), la fattoria di Paltratico dei Lobin (primi Ottocento), la fattoria di Castiglioncello dei Martelli (che Diego ereditò dopo la morte del padre nel 1861), la fattoria della Madonnina di proprietà Forti, poi Sanpaolesi (prima metà del Novecento), la fattoria del Gabbro di proprietà Paladini (Novecento).
L’istituzione mezzadrile entra in crisi negli anni ’50 del Novecento e la sua scomparsa è compensata dalla nascita di numerose aziende agricole a conduzione diretto-coltivatrice.
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