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Serpentiniti
Le serpentiniti hanno questo nome perché il loro aspetto ricorda quello della pelle dei serpenti.
Sono il prodotto della trasformazione metamorfica in ambienti ricchi di acqua di originarie peridotiti, rocce ultrabasiche (cioè molto povere di silice) formate in prevalenza da peridoto, altro nome dell’olivina, che si è trasformata nel minerale chiamato serpentino.
Sono ricche di magnesio e ferro e di nichel e cromo come elementi minori.
All’affioramento si presentano brulle e con poco suolo, con forme ed aspetto assai suggestivi ed interessanti anche da un punto di vista meramente estetico.
Affioramenti di serpentiniti
La vegetazione presente è scarsa e tipica a motivo della forte escursione termica tra giorno e notte, del poco suolo e della sua composizione chimica ricca di elementi non graditi da molte specie di piante. Da notare l’abbondanza dei ginepri, le garighe ricche di bulbose come le liliacee e le orchidacee e la presenza di rarità come la Bivonea del Savi (Jonopsidium savianum), presente nei Monti Livornesi solo a Monte Carvoli e sul vicino Monte Pelato.
Quando le loro caratteristiche sono favorevoli, sono spesso utilizzate anche come pietre ornamentali: in Toscana sono state usate per creare la tipica bicromia del romanico pistoiese, pratese, fiorentino; incrostazioni in “marmo verde di Prato” si trovano in molti famosissimi monumenti, quali ad esempio il Duomo ed il Battistero di Firenze, la Chiesa di S. Miniato al Monte, il Duomo di Prato e molti altri.
Fino a qualche decennio fa venivano estratte anche in una cava situata sul versante destro del torrente Sanguigna presso il paese di Gabbro, della quale si parlerà nel seguito nel capitolo dedicato ai minerali.