Ritrovamenti Etruschi - Parco Culturale di Camaiano

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Nel nostro territorio due importanti siti testimoniano l'insediamento etrusco:
la Fortezza d'Altura di Monte Carvoli e la Necropoli di Pian dei Lupi.
La Fortezza d’altura di Monte Carvoli

Il sito archeologico di Monte Carvoli, del quale, ad oggi, non è stato ancora condotto uno studio sistematico, è ubicata in una posizione strategica per il controllo sia del mare che dell’entroterra. Oltre a funzione di avvistamento poteva anche servire come rifugio per la popolazione in caso di attacchi.
Essa si componeva di una doppia cinta muraria. Quella inferiore, posta a quota 310 m s.l.m. è ancora visibile per una lunghezza di circa 465 m. Il muro, edificato con pietre di grandi dimensioni, irregolari, sovrapposte a secco, ha uno spessore di 1,5 m. Sul fianco occidentale è leggibile una delle porte di accesso alla struttura.
La cinta muraria superiore, posta a 350 m s.l.m., è lunga 167 m e racchiude un'area di quasi 1500 mq, nella quale si accedeva, presumibilmente, mediante una scalinata posta sul lato occidentale, dove si leggono i resti di due contrafforti in parte crollati. Il muro, spesso anch'esso 1,5 m, è costruito con conci squadrati di serpentino e poggia verso l'esterno su uno zoccolo di pietra riquadrata.
Sul lato orientale del colle è ancora leggibile un tracciato viario scavato in roccia, all’apparenza carrabile e molto antico, con tratti di muro a secco sull’argine vallivo.
La Necropoli di Pian dei Lupi
La necropoli tardo-ellenistica di Pian dei Lupi Lupi si estendeva sulla sommità e sulle prime pendici di un poggetto situato circa 300 metri a sud dell’altura di Monte Carvoli. Il sito, interessato da una prima campagna di scavo nel 2001, era già noto archeologicamente per il rinvenimento fortuito di una tomba maschile, il cui corredo, databile alla prima metà del III secolo a. C., è conservato al Museo di Rosignano Marittimo. Le successive tre campagne di scavo condotte negli anni 2001, 2003 e 2005 hanno restituito i corredi funebri di un centinaio di tombe “a pozzetto”, quasi tutte a incinerazione, databili fra gli inizi del III e la fine del II secolo a.C.. Anche questi corredi, costituiti per lo più da vasellame a vernice nera ma anche da oggetti personali appartenuti al defunto (alcuni in oro, in bronzo e in ferro, come le armi rinvenute nei corredi maschili), sono conservati presso il Museo Civico Archeologico di Rosignano M.mo.
(fotografie su gentile concessione di Edina Regoli)

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