La Pieve di Camaiano - Parco Culturale di Camaiano

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La pieve di Camaiano.
"Camaiano" è un toponimo prediale latino riconducibile, al pari di altri toponimi della zona (Rosignano, Salviano, Antignano, Staggiano, ecc.), a una fase della colonizzazione romana avvenuta nell’Ager Pisanus in età augustea.  Al I secolo a.C., infatti, risale la distribuzione di terre ai veterani di guerra che hanno combattuto per l’imperatore Ottaviano Augusto; tra questi c’è anche un ufficiale di nome Camarius, presumibilmente l’assegnatario di quelle terre che oggi danno nome al nostro parco culturale.
Menzionata per la prima volta in un documento del 958, la pieve, oggi scomparsa (ma con tracce evidenti lasciate sul terreno), era intitolata a S. Gerusalemme e a S. Giovanni Battista. Se la dedicazione a S. Giovanni Battista è comune a tutte le chiese dotate di fonte battesimale, quella a S. Gerusalemme è tipica del periodo precedente alla dominazione longobarda, elemento, questo, che fa ritenere antichissima la sua fondazione. Il fatto poi che sui terreni circostanti al sito siano state rinvenute nel 1883 tre lastre marmoree con epitaffi sepolcrali, due dei quali attribuiti ai primi decenni del I secolo d.C. e uno al II o III secolo d.C, ha ulteriormente rafforzato l’idea di una “plebs Camaiani” di probabile fondazione tardoantica, sorta su un precedente cimitero pagano.
Il piviere di Camaiano si estendeva su un vasto territorio che andava dalla Popogna a nord fino a Colle a sud, dove iniziava la pievania di Rosignano. Al suo interno vi erano numerose chiese dipendenti, alcune delle quali con ubicazione nota e resti visibili (abside della chiesa castrense di S. Stefano a Castelnuovo della M.dia, struttura dell’oratorio di San Martino a Cesari), altre scomparse (es. S. Michele di Castelvecchio, S. Michele di Contrino, ecc.), altre ancora non sono più identificabili sul territorio (es. S. Giusto di Montenero, S. Pietro di Pineto, ecc.).
Dopo la Grande Peste di metà Trecento, con lo spopolamento delle campagne, la pieve entrò in crisi. La decadenza fu un processo molto lento che interessò più secoli, visibile attraverso la comparazione della documentazione del Basso Medioevo e dell'inizio dell'era moderna.
Nel 1597 una visita dell'arcivescovo Dal Pozzo mise la definitiva conclusione a Camaiano: sebbene la chiesa risultasse molto grande e pur desiderandone una ricostruzione, con una sommaria stima Dal Pozzo appurò che per restaurarla e rifarla ci sarebbero voluti migliaia di scudi. Non ne valeva la pena perché l'edificio era lontano dalle case e posto in un bosco.
Da questo momento inizia la spoliazione dell’edificio, con il prelievo del pietrame migliore che viene reimpiegato dalla Pia Casa della Misericordia di Pisa per costruire le case dei poderi circostanti (es. Porcarecce, Podernuovo, Cappellese, ecc.).


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